Dopo tutti questi
anni pensavo di averle, e vissute, di tutti i colori.
Poi, però, apri
gli occhi e ti svegli (di nuovo) in questo mondo che ami più di ogni altra
cosa, più di qualsiasi altra cosa.
Ti stropicci gli
occhi per cercare di mettere a fuoco immagini, luoghi e persone.
Cerchi di capire,
di individuare e di fare tuo un qualcosa che ancora oggi attrae più che mai la
tua attenzione.
Ma, nonostante i
tuoi ripetuti sforzi, quello che vedi davanti a te continua a restare sfuocato,
indefinito, privo di colore.
Cerchi ancora una
volta di capire se sei tu che ormai devi considerarti vetusto e fuori da questo
tempo, o se sono gli altri che non appartengono, nonostante tutto, a quella
realtà.
Ti fermi in mezzo
a quel rettangolo, proprio al centro, e cominci a guardarti intorno.
Con i piedi ben
saldi a terra, e con il cuore che continua a pulsare e volare, pian piano inizi
a girare il tuo sguardo a 360°.
Prima a destra e
poi via via fino a tornare ancora con gli occhi lì, proprio lì dove tanti anni
fa è iniziata la tua e la sua avventura.
Vuoto, tutto è
vuoto.
Nessuno che possa
giustificare il silenzio che in quel momento avvolge, come in un freddo
abbraccio, quel luogo che dovrebbe raccontare di gesta e missioni impossibili.
Quel luogo è
privo di vita e di segni e urla che fino a poco prima riecheggiavano al sul
interno.
La mano scruta
tra le tasche della tua giacca.
Ricordi ancora
quando il tuo vecchio mister ti diceva di guardare oltre la facciata di chi hai
davanti, di non fermarti mai alla prima, infausta, impressione.
Ed è così che gli
occhiali che ora stringi tra le dita, diventano improvvisamente magici e in
grado di farti andare “oltre”.
Oltre quegli
occhi, oltre quelle corazze, oltre quelle persone che tacciono quando passi, ma
che poi parlano, e sparlano, dietro di te dopo che anche l’ultimo passo ti ha
allontanato dai loro perfidi sguardi.
Non li vedi, ma
li senti.
Senti il loro
vociare, senti i loro sguardi, senti le loro dita puntate, a mò di inquisizione,
direttamente alle tue spalle, al tuo cuore.
Vorrebbero entrare,
vorrebbero capire cosa stai pensando.
Non accettano la
sconfitta e non accettano il tuo silenzio in quanto hanno paura di te e dei
tuoi pensieri.
Sono persone
perfide, sono avare di sentimenti e prive di quel sentimento che i nostri
nonni, e dopo di loro i nostri genitori, hanno cercato marcatamente di
insegnarci e inculcarci nelle menti e nelle azioni quotidiane.
Sono persone
senza scrupolo e senza rispetto; sono persone che oggi ti osannano e che domani
ti condanneranno all’inquisitore di turno.
Sono persone
sconfitte dalla vita e sconfitte nei sentimenti.
Sono persone alle
quali resta l’unica consolazione di attaccarti e condannarti considerandoti l’unico
responsabile dei loro fallimenti.
Ma quello che i
miei genitori mi hanno insegnato, e quello che il mio vecchio mister mi ha
insegnato, non è in vendita.
Questo mondo è
marcio, questo mondo fa male, questo mondo si appoggia solo sulla ripicca.
Questo mondo è
così e non sarò io a cambiarlo, ma questo mondo verrà sconfitto dalla nostra
forza e dalla nostra indifferenza verso coloro che ti voltano le spalle.
Questo mondo fa
male, ma noi siamo qui.
Noi,
che ci allontaniamo a testa alta da quel luogo che, nonostante i vostri puerili
tentativi, continuiamo e continueremo ad amare più di ogni altra cosa, più
delle vostre parole e dei vostri gesti.
Chiudi gli occhi e torni a dormire, a sognare questo mondo affascinante.
Nessun commento:
Posta un commento